Missione Archeologica Italiana nell’Oasi di Farafra (Deserto Occidentale, Egitto)

Missione Archeologica Italiana nell’Oasi di Farafra (Deserto Occidentale, Egitto)

Il progetto di ricerche preistoriche nell’Oasi di Farafra fu iniziato nel 1986 da Barbara E.Barich, allora Dipartimento di Scienze dell’Antichità della Sapienza Università di Roma, ed è attualmente co-diretto dalla stessa Barbara E.Barich e da Giulio Lucarini dell’ Università di Cambridge, UK. La Missione è oggi organizzata nell’ambito dell’ISMEO con finanziamenti del MAE e dell’Università di Cambridge.

Co-direttori: Barbara E. Barich, Giulio Lucarini
Nazione: Egitto
Periodo: 1986 – in corso
Il Volume “From Lake to Sand di B.E.Barich, G.Lucarini, M.A.Hamdan, F.A.Hassan.
Il Volume “From Lake to Sand – The Archaeology of Farafra Oasis, Western Desert, Egypt”  di B.E.Barich, G.Lucarini, M.A.Hamdan, F.A.Hassan, dedicato all’illustrazione monografica dei risultati della Missione.
Oasi di Farafra. Esempio di  tipica architettura  dell’oasi
Oasi di Farafra. Esempio di  tipica architettura  dell’oasi
Oasi di Farafra. Esempio di  tipica architettura  dell’oasi
Oasi di Farafra. Esempio di  tipica architettura  dell’oasi
Oasi di Farafra.  Veduta panoramica del bacino di El-Bahr con residui dell’antico deposito  lacustre.
Oasi di Farafra. Veduta panoramica del bacino di El-Bahr con residui dell’antico deposito lacustre.
Oasi di Farafra.  Strutture nel bedrock calcareo nel Deserto Bianco.
Oasi di Farafra. Strutture nel bedrock calcareo nel Deserto Bianco.
Oasi di Farafra.  Scavo  nelle strutture di abitazione  del Villaggio Hidden Valley..
Oasi di Farafra. Scavo nelle strutture di abitazione del Villaggio Hidden Valley.
Oasi di Farafra. Fondi di capanna circolari nel Villaggio di Hidden Valley
Oasi di Farafra. Fondi di capanna circolari nel Villaggio di Hidden Valley.
Oasi di Farafra. Formazione calcarea  a “torre”  nell’area  di Sheikh el Obeiyid sul Plateau Settentrionale.
Oasi di Farafra. Formazione calcarea a “torre” nell’area di Sheikh el Obeiyid sul Plateau Settentrionale.
Oasi di Farafra.  Rilevamento topografico  a Sheikh el Obeiyid.
Oasi di Farafra. Rilevamento topografico a Sheikh el Obeiyid.
Oasi di Farafra.  Veduta generale  dell’area di scavo nel Villaggio di Sheikh el Obeiyid, sul Plateau settentrionale.
Oasi di Farafra. Veduta generale dell’area di scavo nel Villaggio di Sheikh el Obeiyid, sul Plateau settentrionale.
Oasi di Farafra.  Scavo di una struttura  con tumulo  in pietre nel villaggio di Sheikh el Obeiyid..
Oasi di Farafra. Veduta generale dell’area di scavo nel Villaggio di Sheikh el Obeiyid, sul Plateau settentrionale.
Oasi di Farafra. Attività di scavo  all’interno del  villaggio di  Sheikh el Obeiyid..
Oasi di Farafra. Attività di scavo all’interno del villaggio di Sheikh el Obeiyid.

Farafra, insieme a Bahariya, Dakhla e Kharga, è una delle oasi del Deserto Occidentale Egiziano. La ricostruzione del processo economico che si compì in questo ampio territorio, con la trasformazione fondamentale da un modello di caccia-raccolta verso prime forme di orticoltura e di domesticazione animale, rappresenta il tema centrale della missione. I dati della ricerca sul campo vengono studiati in riferimento alle società nilotiche che svilupparono le prime forme di agricoltura durante le fasi culturali di Badari e Naqada (V-IV millennio a.C.).

Attraverso 20 missioni sul terreno e gli studi dell’èquipe multidisciplinare, l’oasi di Farafra, un territorio inizialmente sconosciuto, ha oggi il suo posto nella storia culturale nell’Egitto pre-protostorico grazie alla ricostruzione archeologica, geomorfologica, paleo-climatica e bioarcheologica della regione. Tra 7° e 6° millennio a.C. si formò nel Deserto Occidentale una vera cultura delle Oasi, di cui Farafra restituisce oggi lo scenario più completo e articolato. Nel nord della depressione, i villaggi di Hidden Valley e di Sheikh el Obeiyid hanno mostrato l’emergere di una cultura neolitica caratterizzata da insediamento semi-sedentario in villaggio, maggiore complessità sociale e tecnologia litica bifacciale di alto standard. L’economia registra le prime forme di allevamento su caprini che integrano la raccolta intensiva delle graminacee spontanee che crescevano localmente, tra cui è di particolar interesse lo sfruttamento del sorgo. La presenza della capra, estranea alle risorse autoctone nordafricane e importata verso la fine del 7° millennio a.C., stabilisce significativi rapporti con le comunità del Vicino Oriente e determina la trasformazione dell’economia con l’introduzione del primo allevamento animale. Una importante testimonianza del mondo simbolico degli abitanti neolitici di Farafra ci è offerta dalle incisioni e pitture parietali presenti sulle pareti della grotta di Wadi el Obeiyid, a soli due chilometri a nord del villaggio di Hidden Valley, significativo luogo rituale e di culto per i gruppi che transitavano nell’area. Nel complesso la regione di Farafra si configura come sede di un processo in gran parte autonomo di attività agro-pastorali che nel corso delle fasi più aride dell’Olocene (>5200 a.C.) , vennero trasferite alla Valle del Nilo, influenzando così lo sviluppo delle culture neolitiche pre-Dinastiche.

Oasi di Farafra. Strumentazione per rilievo  fotografico  digitale  delle strutture di Sheikh el Obeiyid..
Oasi di Farafra. Strumentazione per rilievo fotografico digitale delle strutture di Sheikh el Obeiyid.
Oasi di Farafra. Struttura circolare  nel Villaggio di Sheikh el Obeiyid durante lo scavo.
Oasi di Farafra. Struttura circolare nel Villaggio di Sheikh el Obeiyid durante lo scavo.
Oasi di Farafra. La Grotta di Wadi el Obeiyid 1 (Farafra Cave)  sul fianco del  Plateau settentrionale.
Oasi di Farafra. La Grotta di Wadi el Obeiyid 1 (Farafra Cave) sul fianco del Plateau settentrionale.
Oasi di Farafra. Altra veduta della  Grotta di Wadi el Obeiyid 1 (Farafra Cave) vista dal fondo wadi. Si nota  il ripido basamento in calcare  sul fronte della grotta.
Oasi di Farafra. Altra veduta della Grotta di Wadi el Obeiyid 1 (Farafra Cave) vista dal fondo wadi. Si nota il ripido basamento in calcare sul fronte della grotta.
Oasi di Farafra. Veduta della “Back Gallery”  della grotta di Wadi el Obeiyid 1  con   immagini di mani dipinte  con tecnica in negativo sulla parete e sul soffitto.
Oasi di Farafra. Veduta della “Back Gallery” della grotta di Wadi el Obeiyid 1 con   immagini di mani dipinte con tecnica in negativo sulla parete e sul soffitto.
Oasi di Farafra.  Altro particolare della “Back Gallery”  con le immagini di mani dipinte e ampia nicchia circolare di origine carsica.
Oasi di Farafra. Altro particolare della “Back Gallery” con le immagini di mani dipinte e ampia nicchia circolare di origine carsica.
Oasi di Farafra. Interno della Grotta di Wadi el Obeiyid 1 durante lo scavo del Test  nella “Front Gallery”.
Oasi di Farafra. Interno della Grotta di Wadi el Obeiyid 1 durante lo scavo del Test nella “Front Gallery”.
Oasi di Farafra. Il campo della Missione Archeologica  Italiana  a Sheikh el Obeiyid
Oasi di Farafra. Il campo della Missione Archeologica Italiana a Sheikh el Obeiyid
Oasi di Farafra. Alcuni membri della Missione Archeologica  nella tenda-soggiorno.
Oasi di Farafra. Alcuni membri della Missione Archeologica nella tenda-soggiorno.
Oasi di Farafra.  Alcuni membri  e personale della Missione Archeologica in una pausa dal lavoro.
Oasi di Farafra. Alcuni membri e personale della Missione Archeologica in una pausa dal lavoro.
Oasi di Farafra. Interno del  “Centro  per Visitatori”  costruito dalla Cooperazione Italo-Egiziana  nella cittadina  Qasr Farafra anche con la collaborazione della Missione Archeologica.
Oasi di Farafra. Interno del “Centro per Visitatori” costruito dalla Cooperazione Italo-Egiziana nella cittadina Qasr Farafra anche con la collaborazione della Missione Archeologica
Oasi di Farafra.  Un’altra immagine del   “Centro  per Visitatori”: in primo piano  il saggio  Abdurabbu  Abd-el Nour,  uno dei maggiori conoscitori del  Deserto Bianco.
Oasi di Farafra. Un’altra immagine del   “Centro per Visitatori”: in primo piano il saggio Abdurabbu Abd-el Nour, uno dei maggiori conoscitori del Deserto Bianco.
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